mercoledì 22 febbraio 2012
martedì 14 febbraio 2012
Anche gli angeli mangiano carote
DSH:" Da ex Campione di nuoto, cosa ne pensa del riufiuto di Monti a Roma olimpica 2020?"
BUD: "
Aria di cambiamento: ho cominciato a mangiare carote , i fagioli costano troppo."
lunedì 13 febbraio 2012
Il piede di Fritz
F: " Si, wue briciolina ciao come stai?"
DSH:" Heilà bene e tu ?"
F:" Ascoltami hai presente un mandarino??"
DSH:".... umh si!"
F:" E il collo del piede ... umh li come si chiama collo no?"
DSH:" ma che c'entra con il mandarino?"
F:" Eh, praticamente assemblali.."
DSH:"okey (wtf??)"
F:" Ho un mandarino Blu nel piede, ma le dite le muovo ne!!"
DSH:" Occazzo ma si può e come hai fatto?"
F:" Ascoltami, hai presente la sedia da barbiere? quella pesante...."
DSH:" MOLTO BENE"
venerdì 10 febbraio 2012
parlafuss
"hei sto parlando con te! un minimo di rispetto ed educazione mi stai alscoltando?"
"AAAAAaaammm si educazione non vedi che ho messo la mano ?"
mangia mangia che poi la wuippi è arancio
giovedì 9 febbraio 2012
Medinforma scrive:
Nelle opere di Debora Giudici le atmosfere dei film di Buñuel
Mercoledì 04 Gennaio 2012 22:20
Come rendere in un’immagine quell’atmosfera onirica, kafkiana ed inquietante dei film surrealisti di Luis Buñuel?
La giovane Debora Giudici una sua ricetta ce l’ha: utilizza bitume e olio di cucina esausto su grandi fogli di carta o su vetro, e con questi realizza dei quadri che potrebbero essere fotogrammi di primi piani della macchina da presa. Buñuel è stato un maestro del cinema in bianco e nero della prima metà del ‘900 ed i sui film sono universalmente riconosciuti come capolavori per la capacità di suscitare nel pubblico intensi effetti emotivi, facendo ricorso a modalità stilistiche esasperate e spesso deformate, come Debora spiega nella sua tesi di laurea. Debora infatti ha ventitré anni ed ha appena conseguito la laurea a pieni voti all’Accademia di Belle Arti di Brera (Corso triennale in Pittura del Dipartimento di Arti Visive) con una tesi su “La visione fantastica del cinema di Buñuel”. Afferma: “Mi affascinano il modo crudo, il gesto violento e l’uso di immagini cupe di questo regista. A mio parere il suo lavoro è pittura su pellicola”. Sono immagini che escono dal sogno e conducono nell’inconscio, a volte angoscianti, a volte beffarde.
Anche se a più di dieci lustri di distanza e con quasi cent’anni di differenza di età (Buñuel è nato il 22 febbraio 1900), Debora si sente “vicina” alle sensazioni del grande regista e cerca di rappresentarle a sua volta con l’utilizzo di tecniche che le permettono di rendere anche quell’effetto di “dissolvenza” propria dei sogni e delle immagini surrealiste dei film. Per farlo, seziona l’oggetto dei suoi quadri e ne ricompone le diverse parti su più lastre di vetro che vengono poi quasi accostate (ma non completamente), all’interno di una cornice di legno che le fissa (come succede con i “doppi vetri” delle finestre, che qui diventano addirittura quadrupli). Osservandole da diverse angolazioni, le figure si deformano, scompaiono, si scompongono e si ricompongono in forme diverse e obbligano lo spettatore ad interrogarsi sulle sue impressioni. Una provocazione, come i film di Buñuel.
Corrado Marelli
(Nella foto: Debora Giudici con il volume della tesi davanti ai suoi quadri, e, a destra, il suo ritratto di un cane)
La giovane Debora Giudici una sua ricetta ce l’ha: utilizza bitume e olio di cucina esausto su grandi fogli di carta o su vetro, e con questi realizza dei quadri che potrebbero essere fotogrammi di primi piani della macchina da presa. Buñuel è stato un maestro del cinema in bianco e nero della prima metà del ‘900 ed i sui film sono universalmente riconosciuti come capolavori per la capacità di suscitare nel pubblico intensi effetti emotivi, facendo ricorso a modalità stilistiche esasperate e spesso deformate, come Debora spiega nella sua tesi di laurea. Debora infatti ha ventitré anni ed ha appena conseguito la laurea a pieni voti all’Accademia di Belle Arti di Brera (Corso triennale in Pittura del Dipartimento di Arti Visive) con una tesi su “La visione fantastica del cinema di Buñuel”. Afferma: “Mi affascinano il modo crudo, il gesto violento e l’uso di immagini cupe di questo regista. A mio parere il suo lavoro è pittura su pellicola”. Sono immagini che escono dal sogno e conducono nell’inconscio, a volte angoscianti, a volte beffarde.
Anche se a più di dieci lustri di distanza e con quasi cent’anni di differenza di età (Buñuel è nato il 22 febbraio 1900), Debora si sente “vicina” alle sensazioni del grande regista e cerca di rappresentarle a sua volta con l’utilizzo di tecniche che le permettono di rendere anche quell’effetto di “dissolvenza” propria dei sogni e delle immagini surrealiste dei film. Per farlo, seziona l’oggetto dei suoi quadri e ne ricompone le diverse parti su più lastre di vetro che vengono poi quasi accostate (ma non completamente), all’interno di una cornice di legno che le fissa (come succede con i “doppi vetri” delle finestre, che qui diventano addirittura quadrupli). Osservandole da diverse angolazioni, le figure si deformano, scompaiono, si scompongono e si ricompongono in forme diverse e obbligano lo spettatore ad interrogarsi sulle sue impressioni. Una provocazione, come i film di Buñuel.
Corrado Marelli
(Nella foto: Debora Giudici con il volume della tesi davanti ai suoi quadri, e, a destra, il suo ritratto di un cane)
![]() | ![]() |
Però devo pagare i diritti !!
martedì 7 febbraio 2012
lunedì 6 febbraio 2012
Lo sgrozzo dal lungo collo animale in via d'estinzione
Iscriviti a:
Post (Atom)